La biodiversità ambientale è continuamente a rischio a causa delle pressioni antropiche esercitate sul pianeta. A risentirne è anche la componente dei vertebrati  (costituita da mammiferi, pesci, uccelli rettili e anfibi) che risulta in calo del 60% rispetto allo studio effettuato dal WWF dal 1970 al 2014 dal titolo “Living Planet Report 2018”. Sono state analizzate 16.704 popolazioni e 4.000 specie di vertebrati di tutto il mondo.

La principale causa è riconducibile all’azione umana dovuta a sfruttamento, modificazione degli ambienti naturali, inquinamento e cambiamento climatico. Negli ultimi 50 anni, come riportato da Ansa Terra&Gusto, l’impronta ecologica umana, cioè la misura del consumo delle risorse naturali, è cresciuta del 190%. Oggi meno del 25% della superficie terrestre è ancora in condizioni naturali ed è destinata a calare fino al 10% nel 2050.