L’ennesimo mancato adeguamento dell’Italia alla normativa riguardante la raccolta, il trattamento e lo scarico delle acque reflue urbane (Direttiva 91/271/CEE del Consiglio) potrà costare molto caro a tutti gli italiani.

Sono 276 gli agglomerati urbani responsabili della violazione delle  disposizioni normative che dovevano costruire idonei impianti di gestione delle acque entro il 2005.

Per inadempienze di questo genere, l’Italia è già stata condannata due volte (nel 2004 e nel 2009) dalla Corte di Giustizia Europea senza contare la procedura di infrazione avviata nel 2014.

Nelle sue varie forme e condizioni, l’acqua rappresenta una risorsa limitata e indispensabile per la vita di tutti gli esseri viventi. La costituzione di appositi impianti di trattamento e depurazione di acque derivanti da usi civili, fornirebbero importanti volumi di acqua per tutti i settori, compreso quello agricolo, costretto sempre più a fronteggiare problemi di carenza della risorsa.