La coltivazione risicola è una delle punte di diamante della produzione agricola nazionale e conta  più di 350 varietà di riso costituite in Italia, anche se quelle effettivamente coltivate sono solamente 20.

L’esame dei germoplasmi è stato recentemente riportato in uno studio pubblicato dal Crea, in collaborazione con l’Università di Milano. Il documento riporta la descrizione di 351 varietà di riso italiano, costituite dal 1850 a oggi e conservate nella banca del germoplasma del Crea, con particolare attenzione dedicata all’evoluzione temporale e all’integrazione con gli studi molecolari disponibili in letteratura scientifica.

La conservazione del germoplasma delle varietà è fondamentale per mantenere importanti risorse genetiche, utili per l’adattamento e il miglioramento delle varietà attualmente coltivate attraverso piani di incrocio e miglioramento varietale. Ad oggi  maggiori necessità adattative sono richieste per fronteggiare gli impatti dei cambiamenti climatici sull’agricoltura.

Alcune delle variabili genetiche con manifestazioni fenotipiche osservabili sul riso sono legate alla forma del chicco (molto affusolato, affusolato, semi-affusolato, semi-arrotondato, arrotondato), alle pigmentazioni delle cariossidi (nero, viola, bruno, arancione, bronzo), all’altezza e ad altre caratteristiche strutturali legate alla morfologia della pianta.

Negli ultimi 20 anni la variabilità genetica del riso è notevolmente ridotta: attualmente sono preferite varietà a taglia ridotta, precocità e caratteristiche delle cariossidi, contrariamente a quanto avveniva negli anni passati, in cui gli ecotipi utilizzati erano quelli tipici del territorio, indipendentemente dalle loro caratteristiche.

Le informazioni contenute nello studio sono utili per supportare nuovi programmi di miglioramento genetico e sono la base per lo  sviluppo di modelli eco-fisiologici essenziali per lo studio di nuove strategie di adattamento del settore risicolo ai cambiamenti climatici.

Fonte: Nova Agricoltura