Ad oggi il 33% del suolo mondiale può considerarsi altamente degradato e una media di 15 ettari al giorno vengono “consumati” da opere edilizie e di urbanizzazione.

Nonostante il sostanziale stagnamento dell’economia Nazionale, il consumo di suolo è in continua crescita.  Ogni secondo vanno persi circa 2 m² di suolo a causa della crescita urbana.

A rivelarlo è il rapporto dell’ ISPRA – SNPA sul “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” relativi al 2018. In un anno sono stati “rubati” alla natura circa 52 km² di suolo. In altre parole, spiega l’Ispra, è come se avessimo costruito un’intera piazza Navona ogni due ore. Sono stati persi in totale più di 23.000 km² di superficie naturale.

La perdita del suolo è irrecuperabile e coinvolge anche biodiversità, cultura e attività economiche strettamente legate ai territori. I terreni più utilizzati per scopi urbani sono quelli pianeggianti/collinari con notevoli perdite di risorse per le aziende agricole. Quando ad essere invase sono le aree montane i rischi aumentano e possono portare a importanti danni idrogeologici e paesaggistici.

Per contenere la perita di suolo (risorsa limitata) è necessario formare specifiche norme in modo da gestire il territorio in modo equilibrato e sostenibile.