L’elevata specializzazione delle imprese agricole ha spesso portato alla coltivazione di poche essenze generalmente situate nei medesimi capi senza cicli di rotazione. Questa pratica, che prende il nome di monocoltura, è dannosa non solo per il suolo che vede ridotta la sua fertilità e compromessa la sua struttura, ma anche per la biodiversità tellurica.
La pratica degli avvicendamenti colturali, con cui vengono turnate le specie vegetali agrarie, è indispensabile per sostenere e migliorare la qualità del suolo intesa in tutte le sue forme. Il benessere del terreno si traduce in maggiori rese per l’agricoltore e in un generale miglioramento dell’agroecosistema.
Maggiori informazioni sono reperibili nel bollettino tecnico redatto da Finagro.