Per aumentare l’efficienza produttiva delle biomasse destiate alla produzione di biogas è necessario intervenire con pretrattamenti meccanici, al fine di aumentare la superficie d’attacco dei microorganismi metanigeni e ridurre le dimensioni del materiale in entrata nel processo.
Tra le operazioni meccaniche più comuni si ricordano la trinciatura e la molitura che hanno lo scopo di aumentare la superficie esposta del materiale e incrementare la degradazione della frazione organica nella fase di idrolisi del processo di digestione anaerobica. Altro metodo innovativo è l’estrusione delle biomasse lignocellulosolitiche, che consente lo sfibramento della biomassa, ma favorisce anche la rottura della frazione più grossolana e un lieve effetto termico, dovuto all’incremento della temperatura per frizione.
Altro metodo in corso di studio è quello che prevede l’impiego di ultrasuoni, in grado di indurre la formazione di bolle di cavitazione che si ingrandiscono fino a raggiungere dimensioni tali da collassare; questa esplosione provoca la distruzione delle cellule e il rilascio di materiale organico intracellulare.
È da sottolineare che ogni biomassa ha delle caratteristiche fisico-chimico tali da esclude o meno alcuni pre-trattamenti: ad esempio sistemi ad ultrasuoni sono risultati ottimi nel trattamento nei reflui suinicoli mentre l’estrusione è consigliata per il pre-trattamento dei residui agro-industriali.