L’agricoltura, la selvicoltura e la maggior parte delle attività umane necessitano di grandi disponibilità di acqua di buona qualità. I repentini cambiamenti climatici aggravano le condizioni di disponibilità idrica, condizionata da una diversa distribuzione delle precipitazioni durate l’anno.
Il Mipaaf ha realizzato un “Osservatorio Agroclimatico” per il monitoraggio giornaliero di temperature, precipitazioni ed evapotraspirazione ed ha evidenziato che nell’ultimo decennio si è assistito ad una diminuzione delle precipitazioni (-4,7%) e ad un aumento dell’evapotraspirazione (+10,5%) causato dall’aumento delle temperature.
La distribuzione degli eventi atmosferici è cambiata: si sono verificati incrementi di precipitazione nei mesi autunnali e riduzioni nei mesi invernali (con gravi carenze nevose sulle Alpi), grandi ondate di calore, comparsa di frequenti eventi temporaleschi brevi ed intensi aumentando la suscettibilità del territorio alla siccità e ad eventi di erosione dei suoli.
L’agricoltura è tra i settori che maggiormente hanno risentito dei cambiamenti climatici. L’anticipazione delle fasi fenologiche delle colture, ridotte disponibilità idriche nei suoli e nei corsi d’acqua hanno ridotto, e in molti casi compromesso, la produttività delle coltivazioni.
La disponibilità idrica piemontese è rappresentata dai corsi d’acqua provenienti dalle vallate montane e dal bacino idrografico del fiume Po che mitigano la scarsità della risorsa grazie agli invasi artificiali ma non possono sopperire completamente all’adeguata distribuzione di acqua sul territorio agricolo.
Ridurre gli sprechi agricoli di acqua è indispensabile per non compromettere la disponibilità di risorsa durante le stagioni primaverili – estivi. Adottare adeguati sistemi irrigui e razionalizzare il più possibile il consumo di acqua sono i requisiti necessari per raggiungere questo scopo.