Attenuare gli effetti del cambiamento climatico è ancora possibile: questo è quanto affermato dall’IPCC (Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici) che nella recente relazione rinominata “SR15” spiega il motivo per cui è necessario limitare il riscaldamento a 1,5 °C (rispetto ai livelli preindustriali dalla metà del 1800) anziché puntare ai 2 °C, purché sia effettuato velocemente.
Nonostante lo scarto di appena mezzo grado, i risultati sarebbero comunque soddisfacenti: l’innalzamento del livello del mare scenderebbe di 10 cm, non sarebbero completamente compromesse le aree glaciali polari e le barriere coralline avrebbero ancora una chance di vita.
Per raggiungere questo obiettivo, si legge nel documento, l’energia rinnovabile dovrebbe fornire dal 70 all’85% dell’elettricità entro il 2050. La quota di energia dal gas dovrebbe essere ridotta all’8% e il carbone a meno del 2%. Eventuali emissioni aggiuntive richiederebbero la diretta rimozione di CO2 dall’aria ma il rapporto afferma anche che l’efficacia di misure di compensazione, come la piantumazione di foreste, l’uso di bioenergie o la cattura e lo stoccaggio del carbonio, non hanno dimostrato l’efficacia su larga scala e alcune tecniche di CCS potrebbero comportare rischi significativi per lo sviluppo sostenibile.