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Nonostante il sostanziale stagnamento dell’economia Nazionale, il consumo di suolo è in continua crescita. Ogni secondo vanno persi circa 2 m² di suolo a causa della crescita urbana.
A rivelarlo è il rapporto dell’ ISPRA – SNPA sul “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” relativi al 2018. In un anno sono stati “rubati” alla natura circa 52 km² di suolo. In altre parole, spiega l’Ispra, è come se avessimo costruito un’intera piazza Navona ogni due ore. Sono stati persi in totale più di 23.000 km² di superficie naturale.
La perdita del suolo è irrecuperabile e coinvolge anche biodiversità, cultura e attività economiche strettamente legate ai territori. I terreni più utilizzati per scopi urbani sono quelli pianeggianti/collinari con notevoli perdite di risorse per le aziende agricole. Quando ad essere invase sono le aree montane i rischi aumentano e possono portare a importanti danni idrogeologici e paesaggistici.
Per contenere la perita di suolo (risorsa limitata) è necessario formare specifiche norme in modo da gestire il territorio in modo equilibrato e sostenibile.