Una delle tecniche irrigue in grado di massimizzare l’efficienza dell’acqua e diminuire le perdite (in particolare di evaporazione) è la subirrigazione.
Questo metodo prevede la posa di tubi forati al di sotto della superficie del terreno (generalmente mai al di sotto di 40 cm) che, collegati ad un sistema di distribuzione, rilasciano in modo controllato il quantitativo d’acqua desiderato in base alle esigenze della coltura. Tra i principali limiti di diffusione di questo impianto si ricordano i costi dell’opera, i limiti legati alle operazioni di gestione del terreno ostacolate dai tubi e la possibile ostruzione dei fori di gocciolamento; per quest’ultima problematica sono state trovate numerose soluzioni come tubi rigidi bucati ai laterali con fessure ad apertura variabile in base alla pressione di esercizio dell’acqua.
Così come avviene per gli altri sistemi irrigui con distribuzione localizzata anche per la subirrigazione è possibile la combinazione con la fertirrigazione, consentendo il preciso rilascio di elementi poco mobili nel terreno come il fosforo e il potassio che impiegherebbero molto tempo a raggiungere gli strati più profondi.