Acqua, suolo, aria: le risorse primarie più importanti di cui disponiamo. Risorse realmente vitali, senza le quali la nostra vita non sarebbe possibile, nè potremmo coltivare piante o nutrire gli animali. L’agricoltura da sempre utilizza e gestisce questa risorsa, e sempre più gli agricoltori sono consapevoli della sua importanza. Molti si stanno già impegnando per il risparmio idrico e per eliminare gli sprechi: siamo sulla buona strada.
L’Assessorato all’agricoltura della Regione Piemonte è al fianco delle aziende e degli operatori che si impegnano per la gestione intelligente delle risorse naturali e a livello territoriale ha lavorato negli anni per costruire un sistema di consorzi irrigui efficiente e capillare.
Ma che cosa manca ancora?
Un duplice impegno: da un lato non possiamo più fare a meno di un piano strategico per la gestione dell’acqua, e dobbiamo fare delle scelte chiare di priorità anche rispetto a grandi opere o altri interventi. L’acqua e la terra sono alla base di ogni nostro progetto di futuro.
D’altra parte, sempre più dobbiamo riuscire a comunicare che l’acqua in agricoltura non è uno spreco. E’ sufficiente guardare ai danni che ogni anno si verificano a causa della troppa o troppo poca acqua. E’ evidente una mancanza di regimazione con la rete dei canali irrigui che sono da un lato strumento per l’apporto della risorsa acqua, ma allo stesso tempo anche per il suo deflusso; si tratta di un sistema troppo poco valorizzato nel conteggio costi/benefici, inclusa la produzione di energia.
Il concretizzarsi dei cambiamenti climatici ha portato chiaramente alla luce l’insostenibilità della produzione di energia da fonti non rinnovabili, quali petrolio, gas. In questo senso, quindi, quella idroelettrica continua ad essere una delle forme più sostenibili di risorse di cui disponiamo. Tutto ciò richiede maggiori investimenti su invasi di adeguate dimensioni rispetto agli ecosistemi in cui si collocano; un sistema di opere dal risvolto ambientale e produttivo su cui il nostro Paese dovrebbe scommettere molto di più.
Un ragionamento a parte merita poi il complesso ecosistema della risaia, che costituisce un vero e proprio bacino di accumulo e di rilascio lento sia nelle falde che verso il mare nel periodo in cui c’è più disponibilità di acqua, rappresentando un ecosistema unico per produzione e biodiversità, ancora molto da valorizzare.
A tutti noi il compito di lavorare con questi obiettivi.
Assessore regionale all’agricoltura